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Il Misterioso Tesoro Di Roma
Juan MoisГ©s De La Serna


Se me lo avessero raccontato non ci avrei creduto. Chi lo avrebbe detto, che un viaggio on the road si sarebbe trasformato nella mia migliore avventura e che grazie a quello avrei potuto salvare la vita della persona che successivamente sarebbe diventata la mia sposa per trenta felici anni?, a volte la memoria mi gioca brutti scherzi e mi è difficile ricordare luoghi o date, per questo racconterò i fatti nella maniera più fedele possibile per fare in modo che questo testo diventi il mio diario. Nella vita, come immagino in quella di tutti, ho avuto molti momenti b e felici e pure difficili e tristi, però nessuno tanto importante come quello che arrivò quella settimana e che così tanto segnò il mio modo di pensare e il mio futuro.





Juan MoisГ©s de la Serna

Il Misterioso Tesoro di Roma




Il


Misterioso


Tesoro


di


Roma


Juan MoisГ©s de la Serna


Tradotto da Camilla Magnani


Casa editrice Tektime


2020


“Il misterioso tesoro di Roma”

Scritto da Juan MoisГ©s de la Serna

Tradotto da Camilla Magnani

1ВЄ edizione: maggio 2020

В© Juan MoisГ©s de la Serna, 2020

В© Edizioni Tektime, 2020

Tutti i diritti riservati

Distribuito da Tektime

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Prologo


Se me lo avessero raccontato non ci avrei creduto. Chi lo avrebbe detto, che un viaggio on the road si sarebbe trasformato nella mia migliore avventura e che grazie a quello avrei potuto salvare la vita della persona che successivamente sarebbe diventata la mia sposa per trenta felici anni?, a volte la memoria mi gioca brutti scherzi e mi ГЁ difficile ricordare luoghi o date, per questo racconterГІ i fatti nella maniera piГ№ fedele possibile per fare in modo che questo testo diventi il mio diario.

Nella vita, come immagino in quella di tutti, ho avuto molti momenti belli e felici e pure difficili e tristi, però nessuno tanto importante come quello che arrivò quella settimana e che così tanto segnò il mio modo di pensare e il mio futuro.


Dedicato ai miei genitori







CAPITOLO 1. IL DESIDERATO VIAGGIO


Se me lo avessero raccontato non ci avrei creduto. Chi lo avrebbe detto, che un viaggio on the road si sarebbe trasformato nella mia migliore avventura e che grazie a quello avrei potuto salvare la vita della persona che successivamente sarebbe diventata la mia sposa per trenta felici anni?, a volte la memoria mi gioca brutti scherzi e mi ГЁ difficile ricordare luoghi o date, per questo racconterГІ i fatti nella maniera piГ№ fedele possibile per fare in modo che questo testo diventi il mio diario.

Nella vita, come immagino in quella di tutti, ho avuto molti momenti belli e felici e pure difficili e tristi, però nessuno tanto importante come quello che arrivò quella settimana e che così tanto segnò il mio modo di pensare e il mio futuro.

Un amico molto tempo fa mi convinse a lasciare le mie memorie per iscritto, ma non è stato fino a questi ultimi giorni che mi sono deciso a farlo, forse non l’ho mai fatto prima per pigrizia o perché pensavo di avere ancora molti anni davanti a me, ma ora è diverso …

Nessuno mi ha detto come farlo e non sono sicuro che tutto andrГ  bene, forse ometterГІ molti dettagli, potrei persino confondere i nomi, ma la mia mente ГЁ limpida per quanto riguarda gli eventi che mi sono accaduti.

Con i miei ottant’anni recentemente compiuti, mi rendo conto che gran parte dell’emozione vissuta in quel momento è stata decisamente il risultato della mia inesperienza e inconsapevolezza su molte cose, che a poco a poco ho imparato e compreso nelle mie successive ricerche e viaggi.

La mia stanza piena di foto e ricordi come statue e monumenti in miniatura, tappeti ricamati con motivi tipici, mi riporta a uno dei molti luoghi in cui ho vissuto.

Se mi chiedessero da dove vengo, non potrei rispondere precisamente, conosco il posto e il giorno in cui ho visto la luce per la prima volta così come è scritto nel mio passaporto, ma poi … Ho vissuto in così tanti luoghi e continenti, a volte con soggiorni di tre mesi, altri di anni e in generale ho tentato di aiutare e collaborare in ciò che potevo.

Per questo, nel corso del tempo ho meritato alcune medaglie e altri premi, anche se il migliore ringraziamento per il mio lavoro lo vedevo ogni giorno sul viso dei miei studenti, nella felicitГ  dei loro volti che riflettevano allo stesso modo entusiasmo, desiderio e speranza.

I miei cari studenti…! Sono sempre stati la mia grande fonte di ispirazione, anche se in diverse occasioni ho accennato loro dell’argomento, credo che non siano mai riusciti a credermi del tutto, ma ho imparato più da loro di quanto io non sia riuscito a trasmettere.

Beh, prima che mi perda, ogni cosa a suo tempo, perchГ© non ho intenzione di raccontare tutta la mia vita, ma unicamente mettere per iscritto, quasi come un manifesto, quello che ГЁ stato senza dubbio il periodo piГ№ intenso e importante di tutti i miei anni vissuti.

Era mattina presto, di un giorno d’estate … no, di primavera! Ora ricordo che uno dei miei compagni di viaggio era ancora provato, per non dire ubriaco, dopo la recente celebrazione che ora si chiamerebbe “Festa di primavera”, che aveva riunito così tanti giovani nel campus.

Sebbene non fossimo tutti studenti, sapevamo goderci la festa ugualmente, con musica e balli condividendo e passando con gli amici, un momento di svago lontano dalla pressione degli studi e dalle lezioni restrittive.

C’era anche chi aveva portato qualcosa da sgranocchiare, preparato dalla mamma; beato lui! che poteva ancora gustare le prelibatezze della cucina di famiglia e non come la maggior parte di noi reclusa nel campus a mangiare quei piatti insipidi che avevano il sapore del cibo dell’ospedale.

Nonostante fossero ben cotti o stufati, erano sciapi e avevano lo stesso sapore ogni giorno, anche se cambiavano il menu perchГ© mangiassimo bene con un equilibrio nutrizionale adeguato alla nostra costante attivitГ  fisica e intellettiva, ma per quanta varietГ  ci fosse, i piatti venivano fatti senza quel pizzico di amore e affetto che aggiungono le nostre madri, proprio come gli ingredienti segreti dei grandi cuochi.

Ma non tutti si divertivano allo stesso modo, i piГ№ sciocchi svuotavano le bottiglie di birra, come se fosse stata acqua di fonte, che avevano portato in alcuni fiaschi, pur sapendo che erano proibite.

Noi altri, essendo un po’ più consapevoli del fatto che nel pomeriggio avremmo avuto lezione, ci siamo solo goduti il momento, senza cercare eccessi.

Alla fine, dovetti accompagnare uno di quei compagni che aveva bevuto nella sua stanza, con un intenso odore di birra che faceva ribrezzo, perchГ© non era in grado di arrivarci dato che le sue gambe non potevano sopportare il suo peso.

E quando provavano a camminare da sole, lo facevano traballando per alcuni brevi passi fino a quando non crollavano all’improvviso, finendo sul pavimento senza aver fatto nemmeno due metri, come se fosse stato un bebè che stava imparando a camminare.

Nel frattempo, i ragazzi balbettavano ripetendo continuamente che dovevano tornare nella loro stanza, come se il senso di colpa si fosse impossessato della loro mente e non si accorgessero di non poter proseguire oltre, essendo impossibile convincerli a starsene calmi e seduti in un posto fino a quando fosse passata la nausea e con ciГІ poter intraprendere quella missione stoica quasi impossibile da realizzare di tornare ai loro alloggi.

Un’immagine deplorevole quella di alcuni grandi sportivi come alcuni di loro, ora invece nemmeno in grado di stare in piedi per più di qualche minuto.

Alcuni di noi hanno dovuto intervenire portandoli nei loro dormitori per riposare per quello che restava della notte, sapendo che il giorno dopo non sarebbero stati in forma e con grandi mal di testa, ma era ciГІ che spettava loro per i loro eccessi.

L’alba era spuntata luminosa, non me ne ricordo una così soleggiata ed erano solo le sei, ma ero così emozionato che dovetti alzarmi e iniziare a fare qualcosa, tuttavia, era già tutto pronto.

I molti anni di disciplina in questa accademia mi avevano reso un uomo tutto d’un pezzo, quadrato nei suoi pensieri, ordinato e lungimirante, al punto che avevo già preparato la mia valigia da quasi una settimana.

Per quanto riguardava gli abiti che avrei indossato, alcuni ragazzi avevano proposto di vestirci tutti in modo simile, forse lo stesso tipo di vestiti o indossando qualcosa di un determinato colore, ma l’idea venne scartata dalla maggioranza già stanca di indossare un’uniforme tutti i giorni per vestirsi di nuovo allo stesso modo durante il viaggio.

Presi solo un paio di pantaloni, diverse camicie, un gilГЁ, calze e biancheria, che occupavano gran parte della valigia insieme alla guida di viaggio del paese e un quaderno per prendere appunti degli eventi piГ№ importanti di ogni giorno.

Г€ proprio questo che sto consultando per ricordare i dati piГ№ straordinari del viaggio perchГ© ho smesso di fidarmi della mia memoria da molto tempo, da quando un giorno mi sono ritrovato in mezzo alla strada, camminando con calma e fermandomi, mi ritrovai per un momento con la mente vuota.

Stavo cercando di ricordare dove stessi andando, cosa stessi per fare e, cosa piГ№ preoccupante, non sapevo da dove venissi e nemmeno dove vivessi, tutto intorno a me sembrava strano e nuovo, e non avrei saputo dire se fossi giГ  passato per quella strada.

Diventai molto nervoso guardando dappertutto, vedevo le persone che passavano con noncuranza come una madre con un bambino che correva accanto alla carrozzina che spingeva, all’interno della quale un neonato vestito di rosa riposava placidamente, con un nastro dello stesso colore intorno alla testa.

Dopo passГІ un uomo che teneva il cane al guinzaglio e portava un giornale arrotolato sotto il braccio, forse era uscito proprio per quello, per comprare il giornale, ma dove era il negozio? E quale era il giornale che leggevo di solito?

Il mio respiro accelerava man mano che il tempo passava senza una risposta, guardando dappertutto, cercando di fermare le persone che passavano tranquillamente, per chiedere loro se mi riconoscessero e se potessero aiutarmi a tornare a casa.

Le macchine andavano e venivano sulla strada vicina fino a quando una di esse si fermò e senza uscire, il passeggero mi chiese con tono affabile, – C’è qualcosa che non va?

Non sapevo cosa rispondere, non sapevo nemmeno perché si fossero fermati, era possibile che mi avessero riconosciuto, forse erano vicini, amici o parenti … avrebbero potuto persino essere i miei figli e non sarei riuscito a ricordare.

Mi voltai per dare loro le spalle, imbarazzato per la mia situazione, mi sentii così inutile e sconcertato che cominciai a tremare dalla disperazione, guardando dappertutto, sapendo che mi avevano fatto una domanda diretta, ma di cui non conoscevo la risposta, non sapevo … neppure come mi chiamassi.

–Non si preoccupi, signore! Si lasci aiutare da noi! La prima cosa che dobbiamo sapere è il suo nome e se abita qui vicino, insistette l’uomo mentre scendeva dall’auto e si dirigeva verso di me, rivelando una sagoma rotondetta, rivestita con una vistosa camicia blu e pantaloni dello stesso colore.

Continuavo a diffidare di lui che, pur usando un tono rassicurante, mi si avvicinava con troppa confidenza mentre a me che non ricordava nessuno, sembrava di vederlo per la prima volta e mi sforzavo di ricordare, ma … senza successo.

Non si preoccupi, sono un poliziotto – disse mentre si metteva in testa quel cappello particolare che rapidamente riconobbi, – non ha nessun documento? Forse nel suo portafoglio! -

Sebbene fossi felice di aver riconosciuto la sua professione, non fui in grado di pronunciare alcun suono, perchГ© la mia bocca era come impastata, con una grande sensazione di secchezza e non riuscii balbettare nemmeno una parola.

Ma, anche se non avessi avuto queste difficoltГ  ad esprimermi, non avrei saputo cosa dire perchГ© non riuscivo a concentrarmi, mentre il mio respiro accelerava per la confusione del momento. Riuscivo a malapena a sentire cosa stesse accadendo intorno a me, ascoltando come se fosse molto lontano, come se io non fossi presente a me stesso.

Guardi nella tasca posteriore- insistette l’ometto in tono quasi paterno, il cui collo era appena distinguibile dal resto del corpo, mentre mi metteva una mano sulla spalla.

–Dietro?– Risposi tra i denti quasi impercettibilmente mentre mi riprendevo grazie a quel piccolo tocco che mi aveva dato sulla spalla che mi era sembrato una grande dimostrazione di affetto, come era solito capitarmi quando, prima i miei figli e poi i miei nipoti, mi abbracciavano.

Inspirando profondamente un po’ angosciato dalla situazione, spostai la mano ancora tremante all’indietro e con mia sorpresa toccai qualcosa di duro in tasca, lo tirai fuori e c’era quello di cui stava parlando il poliziotto, un portafoglio con la foto identificativa di qualcuno, che pensai fosse mia ed era per questo che lo stavo portando con me.

Furono giorni difficili per me, i dottori mi ordinarono di riposare e di mangiare molta frutta secca, circa un centinaio di grammi di noci al giorno, ma ogni volta che potevo, le scambiavo con le nocciole che mi piacciono di piГ№. Fortunatamente le infermiere mi assistettero ogni giorno fino a quando non fui in grado di ritornare a valermi di me stesso, anche se non tornГІ mai ad essere come prima.

Ora portavo sempre, in casa e per strada, una collana salvavita con un bottone, che premevo quando ero in difficoltГ , o quando non sapevo dove fossi o come tornare a casa mia. Dopo averlo premuto, se fossi stato in strada, avrei dovuto solo aspettare qualche minuto perchГ© qualcuno venisse ad aiutarmi.

Se fossi stato in casa, la televisione si sarebbe accesa e una ragazza gentile mi avrebbe chiesto di che cosa avessi avuto bisogno. Sebbene quelle precauzioni sembrassero eccessive, era anche vero che mi avevano tirato fuori da piГ№ di un guaio.

Diversamente da come mi sentivo quando ero piГ№ giovane, svegliarmi ogni giorno era motivo di gioia, sapendo che avrei potuto ancora fare qualcosa per gli altri, perchГ©, sebbene fossi in pensione da molto tempo, non avevo certo smesso di fare ciГІ per cui credo di essere nato: fare del bene per gli altri.

Ho già realizzato con i miei sogni di ambizione alla ricerca di una posizione nella società, il rispetto degli altri e la possibilità godere di abbastanza denaro per avere una confortevole vecchiaia, ma ora tutto ciò mi dava l’impressione di essere un ricordo vago e banale.

Tanto tempo sprecato in queste piccolezze, così tanta vita non vissuta passata a preoccuparmi e prepararmi per il futuro e quando tutto questo arriva, diventa insignificante. Un’esistenza vuota che riuscivo a colmare a poco a poco grazie a quello che è stato il mio grande amore iniziato durante l’adolescenza e che rimase fino a quando se ne andò.

Se mi fossi dedicato al settore immobiliare, ora avrei molti possedimenti, se fossi stato un banchiere, molti soldi, ma nonostante mi fossi dedicato solo ad aiutare gli altri … Mi sentivo tremendamente fortunato per questo.

Beh, proseguo la mia narrazione …, vediamo …, ero con i ragazzi della festa di primavera … no, questo l’ho già raccontato, era … il giorno successivo.

Verso le sette scendemmo tutti a fare colazione, beh, tutti quelli che riuscirono a svegliarsi, visto che c’erano quelli che dormivano ancora sbronzi.

Alle dieci eravamo sull’autobus per l’aeroporto, c’erano circa una quarantina di persone da tutte le facoltà che come noi avevano deciso di fare questo viaggio.

Per farlo fummo costretti a raccogliere i soldi necessari, vendendo camicette o giornali e tutti i tipi di dolci per accompagnare il pasto e, naturalmente, abbiamo fatto la festa delle imitazioni, in cui tutti noi che avremmo fatto il viaggio imitavamo un cantante del momento diverso, individualmente o in gruppo.

L’idea non era quella di renderlo perfettamente, solo di intrattenere e divertire un pubblico affezionato, che cantava in coro tutte le canzoni, rendendo la recitazione più facile.

I vestiti non ebbero molto successo, perché non avevamo dedicato molto tempo a prepararli, dato che gli esami erano vicini, ma ciò non significava che per un paio d’ore tutti i partecipanti non si potessero divertire. Anche tra il pubblico c’era qualcuno che ogni tanto saliva sul palco nell’intervallo tra le esibizioni per improvvisare la sua canzone con lo stesso successo delle altre.

Quel giorno non si parlava di nient’altro in facoltà, si congratulavano con noi nei corridoi, come se fossimo stati eroi destinati a un’epopea gloriosa che sarebbe rimasta negli annali della storia.

Alcuni ci prendevano in giro per la nostra sconsideratezza, perché ce ne saremmo andati prima degli esami finali, senza nemmeno sapere se ci saremmo laureati quell’anno o no, ma a nessuno di noi importava, con l’aspettativa di ciò che speravamo sarebbe stata un’avventura memorabile, come alla fine fu, almeno per me.

Già sull’autobus parlavamo di ciò che credevamo che avremmo trovato, dal punto di vista più culturale e storico, partendo dai luoghi solo di interesse turistico, fino ad arrivare alle cose più superficiali che diventarono il tema centrale del resto del tragitto verso l’aeroporto, le ragazze.

Avevamo tutti un’immagine idealizzata di quelle preziose creature, ma l’opinione di uno differiva da quella di un altro, c’erano tante opinioni quante persone in quel veicolo, anche se avessimo chiesto all’autista ce ne avrebbe illustrata una totalmente nuova.

L’unico che sembrava avere un’idea esatta della realtà della nostra destinazione era il capo dell’organizzazione del viaggio, dal momento che aveva passato diverse estati nel paese, anche al sud, sulle spiagge e ora avremmo fatto il centro. Nonostante questo, in quel grande paese c’erano numerosi luoghi da visitare, che si distinguevano per una o per l’altra caratteristica.

Dai vigneti del sud, con le sue spiagge e quella montagna fumante sempre in procinto di scoppiare, alla cittГ  della moda nel nord e che ha una delle squadre di calcio piГ№ riconosciute al mondo, passando attraverso molte cittГ  e paesi con tradizioni secolari, alcune in cui venne segnato il corso della storia del paese, altre che racchiudono una propria architettura o la bellezza del paesaggio eccezionale.

Roma, fu la nostra destinazione finale, scartando per lei Parigi, Amsterdam o Madrid come città papabili che si sono distinte per avere alcune delle seguenti due caratteristiche: una certa tradizione e cultura rinomate e un’atmosfera amichevole e giovane.

Anche se si sarebbero potuti includere molti altri posti in questo elenco, la verità era che c’erano solo queste quattro possibilità e tra queste era stata scelta Roma, perché nessuno tranne uno la conosceva, mentre per quanto riguarda le restanti, alcuni erano già stati in un posto o nell’altro.

A quel tempo non sapevamo molto bene con cosa ci saremmo dovuti confrontare, tutto era organizzato come un viaggio di gruppo, trasferimenti, soggiorno e persino cibo e dovevamo solo prendere qualche lira, la valuta locale, per comprare qualche souvenir.

Per quelli, molti di noi hanno cambiato un piccolo importo in banca prima di partire, anche se c’erano coloro che preferivano farlo all’aeroporto di arrivo perché speravano che il cambio di valuta fosse più favorevole nel paese di destinazione.

Era una di quelle cose tipiche di quando si è giovani credere che, facendo un po’ di soldi, risparmiando molto su alcune piccole cose, si sarebbe potuta fondare una grande azienda un domani.

Ora che mi ricordo molti dei miei compagni laureati sono stati alti dirigenti di importanti aziende, tra cui uno è stato direttore del FMI (Fondo monetario internazionale), dove nessuno di noi sognava di arrivare nonostante l’influenza, il potere e il denaro di qualcuno dei nostri genitori, ma di quei giovani impetuosi e ambiziosi, cosa rimane adesso?

Di tanto in tanto ci siamo rincontrati con alcuni compagni per festeggiare il trascorrere dei decenni da quando ci eravamo diplomati, ma di quelli, con i quali ho avuto piГ№ contatti, non rimane nessuno.

Gli anni si sono fatti sentire con tutti, nonostante le grandi fortune che alcuni hanno accumulato o le molte operazioni a cui piГ№ di uno di loro si ГЁ sottoposto, per cambiare la milza, il fegato o persino il cuore, tentando di rimediare agli eccessi della gioventГ№ , cercando di ingannare la morte, ma prima o poi arriva per tutti noi, non so perchГ© non abbia ancora raggiunto me, forse ho ancora qualcosa da fare ma non saprei cosa.

Bene, ora che ricordo, conosco un amico che dopo aver sprecato la sua fortuna in donazioni per centri di ricerca per trovare una cura per quella terribile malattia che ГЁ la vecchiaia, tutto ciГІ che ha ottenuto ГЁ una solitaria fredda bara, lunga un metro e ottanta per settanta di larghezza, in un centro sperimentale dove mantengono il suo corpo criogenizzato.

Lì rimane inerte come se fosse in un sonno profondo, aspettando che, tra qualche anno, forse qualche decennio, la tecnologia avanzi così tanto da poterlo rianimare per garantirgli la tanto desiderata lunga vita.

Personalmente e dopo essere sopravvissuto a così tanti, capisco che pochi anni sarebbero bastati … se mi fossi reso conto di ciò che è veramente importante.

Tanto tempo sprecato nella ricerca e nel desiderio, senza conoscere il vero valore di ogni istante. Molte volte ho pensato che se avessi una seconda possibilitГ , cambierei molto di quello che ho fatto. Non che me ne penta perchГ© ho una coscienza pulita, ma farei le cose in un altro modo e anche in un altro ordine.

Così tanti ricordi, così tante esperienze e ora sono solo le foto di un vecchio album accumulate in un qualche cassetto, o alcune incorniciate e appese al muro in attesa che qualcuno venga a chiedermi qualcosa.

Non sono mai stato molto bravo a raccontare storie, perchГ© la mia fretta mi ha sempre consigliato di andare al punto, omettendo i dettagli, ma ora, anche se volessi quei dettagli, non esisterebbero piГ№, solo le foto e alcune note, il resto ГЁ come se fosse in mezzo ad una fitta nebbia mattutina, che nasconde il paesaggio.

E ciò mi dà una strana sensazione, a volte di ammirazione e altre di impotenza, sapendo che ci sono tesori dietro la nebbia, hai la certezza che siano lì, ma sono inaccessibili per me.

Mia moglie, lei sì che era eccezionale nel ricordare anche i più piccoli dettagli di qualsiasi viaggio, incontro o conversazione, era incredibile la chiarezza con cui li raccontava, era come se li avesse davanti a sé e potesse descriverli.

Ancora mi stupisco quando ricordo come fosse in grado di riconoscere persone che non incontrava da anni e semplicemente vedendole sapeva perfettamente chi fossero e di cosa avessero parlato l’ultima volta.

Una memoria prodigiosa che le ha permesso di imparare qualsiasi argomento vedendolo praticamente una volta sola.

Mi diceva che doveva questo al fatto di avere una memoria fotografica, ma io ridevo dicendo che non esistevano macchine fotografiche nemmeno tra quelle moderne in grado di registrare tante immagini quanto lei.

Ah, mia moglie! Non credo ci fosse sulla Terra un essere tanto speciale quanto lei, è un peccato che se ne sia dovuta andare così presto, con tutto ciò che avevamo ancora da condividere, così tanti viaggi da fare … mi sembra ieri quando la incontrai per la prima volta e invece ora …

Com’è strana la memoria! Per quello che vuole ricorda tutto e il momento successivo c’è solo il vuoto, se solo potessi conservare i miei ricordi per un momento …! A che serve tutto ciò che ho vissuto se non posso ricordarlo, per fortuna che il mio lascito rimarrà ai miei studenti.

Grazie a loro e ai loro figli, tutto ciГІ che ho saputo, rimarrГ  per le generazioni future. In veritГ  sarei soddisfatto se anche solo uno di loro facesse uso di ciГІ che gli ГЁ stato insegnato e che con esso fosse in grado di migliorare la sua vita.

Bene, bando alle ciance … per fortuna ho qui davanti a me il diario di viaggio aperto per ricordarmi dove stavo andando, vediamo, cosa ho appuntato di quel momento nel mio diario?

“Il 23 aprile 1953. Oggi siamo usciti alle dieci e siamo andati a Parigi per cambiare aereo fino a Roma. All’arrivo siamo stati prelevati da un autobus per andare all’hotel. Una struttura pittoresca di camere piccole e letti un po’ duri, ma con una vista incredibile e una posizione eccezionale nella zona turistica. Primo giorno dell’avventura, dividendo la stanza con Arthur, che russa così tanto da non farmi dormire”

Questo è quello che avevo scritto insieme al simbolo della porta dell’hotel, lo stemma della famiglia del proprietario dello stabile.

Beh, non ricordo molto bene cosa accadde, ma ciò che è chiaro è che nessuno di noi trascorse la notte in hotel, dato che volevamo approfittarne per visitare la città e sapere ciò che non c’era nei libri.

Alla fine, siamo dovuti tornare in albergo scoraggiati e con il corpo stanco a causa di una notte sfiancante e infruttuosa, dopo aver camminato molto, per quelle strade buie e scarsamente illuminate, con una penombra costante rotta esclusivamente da alcuni lampioncini, la cui fiamma esausta stava per spegnersi.

E tutto questo camminare per niente, perché non siamo riusciti a raggiungere la nostra destinazione, dove ci era stato assicurato che avremmo potuto trovare un’atmosfera festosa in qualsiasi momento dell’anno.

Forse fu una strada mal percorsa, un angolo sbagliato, una piazza in cui svoltammo nella direzione opposta, ciò che ci ha deviato dal nostro obiettivo, qualunque cosa fosse, non ha dato fastidio a nessuno di noi perché fu tutta un’esperienza vedere la città con altri colori, protetti da una bellissima e luminosa luna piena che rifletteva sulle sinuose pareti le ombre delle statue e le decorazioni delle case di epoca medievale.

I nostri sogni infranti di quella notte non ci impedirono la mattina successiva di visitare buona parte del centro, per questo avevamo l’aiuto di una persona che ci aveva fornito l’ambasciata.

Era un uomo anziano, di robusta costituzione e con una certa aria bohémien, per come si atteggiava e per il fatto che indossasse quel vistoso foulard al collo, ripiegato verso l’esterno.

Che ricordi, quella fu la prima volta che vidi un uomo indossare un fazzoletto come un indumento, al di lГ  di quello con cui le ragazze si coprivano la testa quando era molto arioso, per evitare che i capelli si increspassero.

Quest’uomo lavorava per noi sia come guida turistica, che per controllare le nostre azioni, perché era stato incaricato di prendersi cura di noi, in modo che non ci infilassimo in troppi guai durante il soggiorno in città.

Anche se non penso che fosse necessario perchГ© eravamo tutti consapevoli della situazione politica del momento, della natura delicata della nostra presenza a causa delle implicazioni internazionali che ciГІ comportava, quindi abbiamo cercato di attenerci a ciГІ che era stato il piano approvato, ma tutto andГІ fuori controllo quando capitГІ il primo grave incidente del viaggio.

Nonostante i molti avvertimenti sul fatto che la nostra presenza in quel luogo avrebbe potuto suscitare sospetti tra i suoi abitanti, non avevamo visto un solo gesto negativo. Inoltre, non ci aspettavamo che questo ci colpisse troppo perchГ© avevamo pochi giorni a disposizione per vedere tutto e stavamo seguendo il piano, ma un incidente con uno dei compagni, al quale rubarono i pochi soldi che portava con sГ©, fece in modo che il gruppo si disfacesse e si disgregasse.

Alcuni compagni, compreso quello colpito dal furto, iniziarono l’inseguimento di quel malfattore, guidati più dallo sdegno provocato e per il fatto che se ne fosse scappato e fosse scoppiato a ridere a pochi metri da dove aveva compiuto il furto, mostrando con beffa il suo bottino, piuttosto che per la perdita economica, ma ogni tentativo di risolvere la situazione fu vano.

Non che corresse troppo, ma conosceva tutti gli angoli e le complessità di quei vicoli, e in più senza sapere da dove, uscirono un paio di suoi compari, il che rese difficile l’inseguimento, mettendosi in mezzo, mandando all’aria così le possibilità di raggiungere il criminale.

Sebbene non credo che quelli che già partiti all’inseguimento avessero molto chiaro cosa avrebbero fatto una volta raggiunto lui e recuperati i soldi, reagirono solo istintivamente come cani da preda in cerca del loro trofeo.

Ciò causò una sensazione spiacevole nel gruppo, spezzando l’armonia che c’era stata fino a quel momento.

Alcuni decisero di tornare in hotel, chiamare l’ambasciata e informarli di ciò che era appena accaduto e chiedere nuove istruzioni su cosa fare. Alcuni fecero pressione sulla nostra guida perché facesse intervenire la polizia, i Carabinieri, ma lui faceva di no con la testa perché ciò che era successo pareva più normale di quanto ci avessero detto.

Noi pochi che non eravamo stati coinvolti nella situazione, preferimmo continuare con l’escursione, sapendo di non avere troppi giorni prima che finisse il nostro soggiorno dato che la perdita prodotta, aveva influenzato soprattutto l’orgoglio di quel giovane che era stato violato nella sua intimità con quel furto, per quello non credemmo di dover interrompere le nostre attività culturali visitando i luoghi più interessanti della città.

La guida vedendo questo scompiglio indicò a noi pochi che volevamo continuare la visita dove dovessimo andare e a che ora saremmo dovuti tornare per mangiare, visto che lui alla fine decise di tornare in hotel con i compagni che volevano avvisare l’ambasciata.

Alcuni, cambiando idea, rimasero piuttosto turbati dal fatto che non avesse fatto intervenire le autorità locali e continuarono l’escursione con noi.

Non eravamo nemmeno la metГ  del gruppo, alcuni rimasero sul posto aspettando che quelli che avevano inseguito il malfattore tornassero in modo da poter indicare loro dove fossimo per riunirci prima di andare a mangiare.

Ora sì che era un’avventura quella, in un paese di cui ignoravamo la lingua, e che ovunque guardassimo ci era completamente sconosciuta la cultura locale.

Avevamo giГ  visitato con la guida i monumenti piГ№ importanti, il Colosseo e il Foro, quindi ora ci stavamo dirigendo a conoscere alcune delle tante chiese che sono distribuite nel centro senza alcun tipo di ordine o sistema, come gocce di rugiada nel campo, in attesa di essere scoperte dal visitatore.

Quelle visite di contenuto religioso non avevano molto senso per me, perché avevo da tempo abbandonato le mie convinzioni, quindi non trovavo alcun significato nell’entrare in ogni chiesa per vedere alcune pale d’altare dipinte secoli prima o per ammirare una statua o un’icona, per quanto notevole, antica e ben fatta che fosse.

Ma con mia sorpresa le chiese non contenevano solo architettura e resti di tematica religiosa, erano anche rifugi per molti altri elementi, resti archeologici o appartenenti alla cultura popolare indipendentemente dalla loro origine, poiché erano diventati luoghi di rifugio per pezzi artistici, non era necessario che l’argomento fosse esclusivamente religioso.

Ne è stato un esempio la visita che abbiamo fatto alla chiesa di Santa Maria in Cosmedin, al cui esterno si trova quel resto archeologico di un grande tondo scolpito con l’immagine di una persona anziana con i capelli in disordine e la barba arruffata, con uno sguardo fisso e inquietante e con la bocca aperta.

All’inizio siamo rimasti un po’ sorpresi, mentre procedevamo avanti con la fila e di fronte alla nostra perplessità uno di noi osò mettere la mano lì e non accadde niente, dopodiché l’abbiamo messa tutti con lo stesso risultato, senza comprendere appieno il significato nè a cosa servisse.

Più avanti in hotel la guida ci avrebbe spiegato che si trattava della Bocca della Verità, nella quale, una volta introdotta la mano destra nell’apertura, se la persona che l’aveva fatto non diceva la verità, la avrebbe persa.

Successivamente abbiamo continuato a girovagare per la cittГ , stupiti dalla quantitГ  di resti artistici e culturali sopravvissuti allo scorrere degli anni.

Avevo sentito parlare dei castelli del Medioevo, quelle sontuose e grandiose costruzioni, fortificazioni erette per salvare le proprietà dei re e dei signori feudali del luogo, insieme agli abitanti dei villaggi vicini, ma essere lì era come vivere in una città medievale dove si manteneva ancora la stessa architettura nelle sue strade, fontane e piazze.

Dovunque guardassimo, che fosse un balcone o l’architrave di una porta, rimanevamo colpiti dalla maestosità dei dettagli lavorati, scolpiti o dipinti, ricordi di una gloriosa era artistica precedente. Inoltre, come abbiamo appreso in seguito, la coltivazione delle diverse arti era qualcosa che veniva tenuta in vita nelle scuole, considerate tra le più prestigiose al mondo, un buon posto dove vivere se sei un amante della storia.

Ma io ero più pragmatico, preferivo ciò che aveva portato la tecnologia e tutti i vantaggi che ciò implicava. I viali ampi e lisci, dove potevi spostarti con il tuo veicolo da un luogo all’altro in breve tempo, senza dover salire e scendere per le strade acciottolate.

Un modo diverso di vedere e considerare la vita, preferivo le grandi città, dove era facile accedere a tutti i servizi in poco tempo. Non avevo mai considerato che qualcuno potesse vivere in un posto così particolare.

Alzarmi la mattina e vedere tutto ciò mi sembrava abbastanza inaudito e sconcertante, non riesco a immaginare vivere lì da quando si è piccoli, doveva essere come stare permanentemente in un museo, sapendo che tutto ciò che tocchi ha centinaia di anni.

Anche se in termini di persone, le differenze con noi non erano così tante, tuttavia alcuni ci guardavano con una faccia strana, come sospettosa, che ci faceva sentire estranei lì, quasi come una forza di occupazione.

Forse era solo una percezione, forse perché usavamo abiti diversi da quelli che eravamo abituati a vedere lì.

Fosse quel che fosse, con il disgusto del furto che avevamo sofferto durante la mattinata, stavamo attenti a che non si verificassero altri alterchi o problemi simili, sapendo che ora eravamo meno.

Forse il nostro viaggio era stato troppo precipitoso per le circostanze sociopolitiche del momento, ma era un segno di buona volontГ  da parte della nostra accademia, un segno di cooperazione e scambio.

Non so se un gruppo di studenti italiani avrebbe visitato il nostro paese, suppongo sarebbe potuto capitare, ma le mie informazioni non arrivavano a tanto.

Forse faceva parte di una politica di apertura con il resto del mondo, non lo so, ciГІ che era chiaro ГЁ che non avevo mai visitato il paese e che era una grande opportunitГ  per farlo, quindi non volevo che niente o nessuno mi ostacolassero.

Se il compagno a cui era stato rubato il portafoglio mi avesse detto l’importo che gli mancava, io stesso lo avrei rimborsato in modo da poter continuare pacificamente con quell’escursione.

Non riesco a immaginare quale altro elemento di valore potesse avere in esso, perché tutta la documentazione l’avevamo depositata all’ambasciata. Qui, per muoverci in città, ci avevano fornito una scheda in cui inserire i nostri dati, le indicazioni dell’albergo dove alloggiavamo e il numero di telefono dell’ambasciata. Nonostante fosse appena iniziata la primavera, faceva piuttosto caldo e non eravamo abituati a temperature così elevate in questo periodo dell’anno e abbiamo trovato difficile reperire fontanelle per bere.

Quelle che c’erano non eravamo sicuri che fossero potabili, anche se le persone di lì bevevano senza preoccupazioni, ma prudentemente preferimmo solo rinfrescarci le mani e la testa, dato che una fonte che ha funzionato per così tanti secoli, non poteva essere pulita come avremmo voluto.

Forse era il contrasto, ma quelle persone ci sembravano abbastanza innocenti, lontane dalle grandi cittГ  piene del fumo delle fabbriche, a cui eravamo abituati, ma loro pensavano qualcosa del genere di noi, quando restavamo stupiti dai dettagli che loro contemplavano tutti i giorni.

Ci piaceva così tanto quello che vedevamo che alcuni miei colleghi, per non dimenticarlo, si dedicarono a imprimerlo nei loro quaderni da disegno, riempiendoli con schizzi più o meno riusciti degli edifici più significativi e importanti. Altri, al contrario, sembravano essere più bravi a scrivere e si fermavano in ogni strada cercando di raccontare in alcuni paragrafi che meraviglia stavamo percependo. C’erano solo un paio di colleghi che erano riusciti a portare le macchine fotografiche.

Non so come fossero passati attraverso la dogana, dato che ci avevano dato istruzioni specifiche prima di partire sul non portare nessuna tecnologia dal nostro paese, ma suppongo che il cognome dei genitori di quei compagni avesse piГ№ peso di qualsiasi altra regola scritta.

Di tanto in tanto ci chiedevano di fermarci per scattare alcune foto in cui appariva l’intero gruppo e sul retro l’edificio in questione.

Forse nel viaggiare ero più inesperto di tutti gli altri, dato che avevo portato solo un piccolo taccuino, in cui volevo raccogliere ogni giorno ciò che era più degno di nota senza riuscire a catturare in quelle poche righe l’ammirazione che suscitava in me quella città ad ogni passo.

Uno degli aspetti che mi ГЁ sembrarono piГ№ curiosi a causa del contrasto con quello che conoscevo, era il modo in cui le donne si vestivano. Le donne piГ№ grandi indossavano un fazzoletto nero sopra la testa e vestivano dello stesso colore. Le ragazze lo facevano con colori discreti e sciarpe molto appariscenti.

Abituato a vedere quelle del mio paese truccate, con ampie gonne a ruota, con maniche corte che lasciavano vedere le braccia e indossando il fazzoletto solo come accessorio decorativo.

Inoltre, sembrava che ci fosse una chiara differenziazione tra i sessi su ciò che poteva o non poteva essere fatto, quindi gli uomini si pavoneggiavano per strada con i loro abiti come se stessero partecipando ai migliori galà, mentre la maggior parte di loro quando non era al lavoro indossava una semplice camicia a causa del caldo incessante, ma per noi era un atteggiamento un po’ strano, gli uomini sembravano essere quelli che comandavano nella società, mentre le donne nascoste cercavano di passare inosservate, come se non avessero avuto nulla da dimostrare o per cui contribuire.

Mi sembrava abbastanza sorprendente, era come se tutti fossero rimasti bloccati nel tempo, per quanto riguardava il modo di vestirsi intendo, non penso che fosse qualcosa di religioso, come con i Quaccheri, una comunità che si era isolata dal mondo, mantenendo la propria cultura senza voler progredire, la prova di ciò era l’abbigliamento che usavano non molto lontano da quello che vedevamo ora.

Beh, quelle erano le mie impressioni a quel tempo, alla fine avrei capito la cultura che stavo vedendo, e tutto era frutto della mia inesperienza, perché come indicato dai colleghi che avevano viaggiato in Europa altre volte, a seconda del paese in cui si era c’erano costumi e modi di vestire totalmente diversi.

Anche i comportamenti di uomini e donne erano abbastanza diversi a seconda del paese in cui ci si trovava, quindi mi raccontarono dell’esuberanza della donna francese che esibiva le sue qualità senza decoro, così da non dover aspettare che fosse l’uomo a cercarla, ma era lei a scegliere quello che sembrava più galante.

Anche in altri luoghi con cui condividevamo una cultura e una lingua comuni, sembravano ancora mantenere tradizioni abbastanza particolari, così a differenza di quanto accadeva nel nostro paese da tempo, le donne non erano ancora riuscite ad avere un livello sufficiente di indipendenza economica e politica, e questo accadeva in Inghilterra, dove erano avvenuti i primi movimenti per ottenere il suffragio universale, ossia che le donne avessero il diritto di votare per scegliere i loro rappresentanti legali e con questo venne loro riconosciuta una serie di diritti che la equiparavano all’uomo, ma, rimuovendo l’aspetto politico, c’erano ancora molte che non lavoravano se non nei settori minori e nelle proprie case.

Quei confronti non cessavano di stupirmi, sarГ  che questa parte del mondo si stava evolvendo piГ№ lentamente di quanto pensassi.

Almeno nel mio paese è stato fatto uno sforzo importante per condividere la cultura con gli altri, una volta integrati nella società tutti gli immigrati che negli ultimi decenni erano venuti da tutti i paesi d’Europa, rifugiati politici, richiedenti asilo o semplicemente parenti, che così si sono incontrati di nuovo.

Molti erano arrivati fuggendo da un sistema politico che non li convinceva, altri cercavano migliori condizioni di vita e opportunitГ  di lavoro e tutti erano stati accolti senza distinzioni di sesso, razza o religione.

In poco tempo avevano assimilato la cultura del paese senza perdere la propria, tanto che per strada era difficile distinguerli, tanto nelle scuole quanto nei posti di lavoro.

Forse ciò che spiccava di più era il colore della loro pelle o alcuni dettagli del viso, ma poiché c’erano già così tanti che erano stati da generazioni e generazioni in questo paese, non era indicativo di nulla.

Ciò che avevano mantenuto come segno di identità erano i loro rituali e cerimonie, al momento di sposarsi o per dire addio ai loro cari quando morivano, ad alcuni dei quali avevo partecipato in più di un’occasione, le prime volte per curiosità e altre per amicizia.




CAPITOLO 2. LA PRIMA SORPRESA


Attraversavamo quelle vecchie strade, molte delle quali acciottolate, alla ricerca di quella che sarebbe dovuta essere una breve visita, ma i luoghi di interesse turistico erano interminabili e innumerevoli, almeno così sembrava al resto dei membri del gruppo, che si emozionava ogni volta che giravamo un angolo scoprendo un edificio importante e antico.

A me così tante visite agli edifici storici risultavano eterne, quindi ero un po’ stanco e affaticato, forse per aver camminato da un posto all’altro per tutta la mattina, o forse per il caldo persistente e per il fuso orario, il che significava che era ancora buio pesto nel mio paese quando era a malapena mezzogiorno qui o poteva anche essere dovuto all’aver fatto le ore piccole, nella nostra esplorazione fallita della vita notturna della città, o una combinazione di quanto appena detto.

Inoltre, tutto questo è rimasto qui immutato per centinaia di anni e penso che continuerà così per molti altri.

Non capisco la necessitГ  che hanno gli altri di visitare ciascuno dei luoghi che sembravano interessanti, documentandoli con fotografie o sui loro quaderni come se fossero loro gli scopritori di antiche rovine.

Mi sedetti accanto a una fontana di pietra, nel mezzo di una piazza, aspettando che i compagni uscissero da una chiesa. Ero distratto, guardavo verso il fondo dello stagno che si formava mentre l’acqua cadeva nella fontana, quando una bambina mi si avvicinò.

Per la sua altezza non credo che avesse più di sei o sette anni, indossava un abito bianco e una sciarpa gialla in testa e con un ampio sorriso mi offrì un fiore con grandi petali bianchi.

Dopo aver raccolto una presenza così preziosa e delicata nelle mie mani e senza conoscere il motivo di quel dono, desiderai pagare ed estrassi alcune monete dal mio portafoglio e gliele mostrai in modo che mettesse le mani per dargliele, ma scosse la testa, dicendomi qualcosa che non capii e sollevando la mano destra all’altezza della testa in un gesto di addio, si voltò e fuggì.

Non sapevo cosa fare di quella piccola meraviglia e la misi nel risvolto della giacca, in altre circostanze non l’avrei fatto, perché sapevo che questo tipo di ornamento fiorito è usato nei matrimoni e in alcuni eventi sociali, sebbene siano usati più spesso dalle donne come accessorio.

Quando alzai lo sguardo, dopo aver sistemato il fiore, vidi che la ragazza si allontanava tra alcuni dei tanti vicoli che conducevano a questa piazza, sinceramente ero un po’ disorientato da questa distribuzione urbanistica piuttosto caotica, abituato alle grandi città in cui dalle strade principali, di dimensioni maggiori, partivano le altre secondarie più piccole, ma qui le dimensioni della strada non erano indicative di nulla, da ognuna di esse nasceva un’altra e successivamente un’altra di dimensioni diverse e da queste altre nuove strade e viali.

Inoltre, le poche indicazioni che enunciavano il nome del luogo in cui ci trovavamo erano scritte in quella lingua straniera, che nonostante condividesse un simile alfabeto era abbastanza enigmatica per me.

Forse se avessi prestato un po’ più di attenzione alle lezioni di lingua antica, in cui i miei insegnanti avevano impiegato così tanti sforzi nel tentativo di inculcarmi l’amore per la cultura classica, ma dal momento che quella materia non contava troppo per il voto finale, non la studiai con molto interesse, e ciò ora mi impediva di approfittare in maniera migliore di questo viaggio, non solo perché la città era piena di iscrizioni su porte e architravi e altri resti archeologici, nella lingua latina antica e già in disuso, ma perché la lingua che i cittadini parlavano qui, l’italiano, ne era una sua derivazione o evoluzione.

Inoltre, la guida che ci era stata assegnata dall’ambasciata, ci aveva fatto da traduttore, parlando con i mercanti e i venditori che si avvicinavano al gruppo per cercare di venderci l’uno o l’altro oggetto o quando volevamo entrare in un edificio privato per contemplare i resti architettonici o storici in quelle ville.

A questo proposito non mi era troppo chiaro il tipo di relazione che l’arte aveva con quella città, sembrava che gli antichi benefattori, i mecenati dell’epoca, pagassero generosamente gli artisti perché lasciassero opere da loro plasmate, e con ciò avevano fatto di quella capitale un centro culturale di riferimento.

Г€ vero che nel mio paese abbiamo alcuni mecenati che donano parte della loro ricchezza a giovani talenti, ma la loro generositГ  non arriva a livello che i loro benefici vengano riconosciuti decadi dopo decadi come incoraggiamento per le nuove generazioni.

Inoltre, lo stesso governo fornisce, attraverso vari meccanismi, assistenza diretta o di supporto a coloro che si distinguono dagli altri per merito, ma queste sovvenzioni non si concentrano esclusivamente sugli artisti, ma cercano invece di premiare coloro che eseguono meglio un determinato lavoro, affinchГ© possano continuare a formarsi e migliorarsi.

Pertanto, le giovani promesse di scienza, ricerca, arte e persino sport vengono premiate con sussidi in modo che possano dedicarvi la loro vita senza preoccuparsi di trovare un lavoro per pagare i loro studi.

Fortunatamente per me, sono stato tra quei giovani favoriti dalla sorte, premiati dal governo, da cui dipendevano il progresso e il futuro del nostro Paese. Questa borsa di studio statale mi ha permesso di studiare nello stesso centro di altri, senza bisogno di avere un padre con una posizione politica elevata o con una grande fortuna, come alcuni dei miei compagni di viaggio, o senza avere una carriera sportiva straordinaria e promettente come altri.

La mia specialitГ  e il motivo per cui simpatizzavo per le scienze era la matematica, perchГ© fin da piccolo mi piaceva scoprire la relazione che gli elementi avevano in natura, indovinare gli eventi prima che accadessero, prevedere il comportamento degli animali e delle persone.

Di tutto ciГІ non ne avevo idea, ma quando iniziai a studiare matematica capii che era il linguaggio del futuro poichГ© con esso avrei potuto fare ipotesi su eventi presenti e futuri, capire le associazioni degli insiemi e il loro comportamento e applicarlo alla vita quotidiana.

Forse era qualcosa di pretenzioso proprio come mi era stato prospettato da qualche insegnante, il cercare di dare un po’ di logica al mondo che ci circonda, senza tener conto del comportamento istintivo. Allo stesso modo, alcuni dei miei colleghi studenti mi criticavano definendomi presuntuoso poiché preferivano affidarsi a qualcosa di intangibile come la buona o la cattiva sorte, ma ero sicuro che dietro ogni fatto e ogni comportamento ci fosse una formula che lo potesse spiegare.

Mi ero quindi specializzato in teorie economiche, attraverso le quali fui in grado di prevedere il comportamento dei governi rispetto al commercio interno ed estero.

La teoria principale che sostenevo ГЁ che le cittГ  si espandessero o si contraessero a seconda della disponibilitГ  di cibo, non era una questione di buono o cattivo raccolto, ma di facilitГ  o difficoltГ  dello scambio attraverso il commercio.

Quindi ho riletto la storia attraverso questa ipotesi e ho potuto rivedere come alcuni popoli fossero destinati a scomparire perchГ© non avevano una materia prima da offrire alle cittГ  vicine e quindi non potevano commerciare con ciГІ di cui altri avevano bisogno.

Alcuni dei miei professori, quando dovetti difendere la mia tesi, mi accusarono di forzare la realtГ  per adattarla al modello matematico, ma ero sicuro che la loro fosse diffidenza.

Se conoscessi tutte le variabili economiche di una determinata cittГ , o almeno le piГ№ importanti, potrei prevedere senza troppi errori, quanti anni di sussistenza avrГ  e se la sua gente si possa trasformare in dominatrice o dominata.

Pertanto, se quelle cittГ  che coltivavano e generavano materie prime, non erano circondate da altre persone capaci di trasformarle e produrle, rimanevano senza possibilitГ  di crescita. Era una simbiosi perfetta, vantaggiosa per entrambi, in cui il produttore sopravviveva grazie alla manifattura delle materie prime.

Г€ vero che ciГІ causava una differenza economica piuttosto importante visto che i produttori dovevano pagare fino a dieci volte di piГ№ per lo stesso prodotto che avevano preso dalla terra quando veniva lavorato, ma se si parla esclusivamente di sostentamento, entrambi i popoli riuscivano a sopravvivere.

Forse le mie teorie avevano impressionato pochi, ma la cosa piГ№ notevole era quando venivano usate in altri ambiti, alcuni mi avevano proposto di realizzare una variazione per provare a ipotizzare come funzionassero i paesi a livello militare.

Sebbene la mia idea economica iniziale fosse piГ№ prevedibile, poichГ© le persone non sono piГ№ governate esclusivamente dalla quantitГ  di armi che possiedono, ma dalla qualitГ  e dalla capacitГ  logistica di esse, elementi che nelle mie equazioni sono difficili da valutare e avvalorare.

Mentre ero assorto in questi pensieri, improvvisamente sentii qualcuno gridare, veniva da quel punto in cui era andata la bambina che mi aveva regalato il fiore.

Guardai dappertutto e nessuno sembrava sussultare per quello strillo, durГІ alcuni secondi e poi si dissipГІ nel frenetico andirivieni dei viandanti.

Rimasi fermo per un momento e mi venne uno strano pensiero, forse quella ragazza era in pericolo. Mi attraversò un brivido che mi saliva per tutta la spina dorsale fino al collo e improvvisamente corsi verso il punto in cui avevo visto l’ultima volta quella bambina, della quale sembrava che nessun altro avesse notato la richiesta di aiuto.

Lì lasciai miei compagni di viaggio senza nemmeno avvertirli, poiché non sapevo ancora dove stessi andando. Percorsi velocemente un centinaio di metri quasi senza respirare fino a fermarmi improvvisamente quando la strada terminava, dividendosi in due.

Guardai ansioso e spaesato da tutte le parti perché non era passato molto tempo da quando avevo sentito quella piccola e non la vedevo da nessuna parte. Non avrebbe potuto correre tanto in così poco tempo come avevo fatto io, quindi avrei dovuto già vederla, anche se a differenza della piazza affollata che avevo appena lasciato qui non riuscivo a vedere nessuno.

Sarebbe stato molto utile chiedere a qualsiasi viandante se avesse visto una bambina passare di lì, ma non trovando nessuno, non sapevo cosa fare, avrei potuto dirigermi verso una o l’altra strada, ma fino a dove? Per quanto tempo avrei continuato la mia ricerca?

Anche se non sapevo nulla di quella bambina, pensare che potesse essere in pericolo era decisamente preoccupante e non volevo tornare indietro, ma era inutile continuare a correre indefinitamente per queste strade.

Sarebbe potuta sparire solo se fosse stata presa in braccio, perché non vedevo nessun altra possibilità poiché non sarebbe arrivata così lontano e così velocemente con i suoi piedi.

Tornai sui miei passi piuttosto abbattuto e preoccupato, deluso per non essere stato in grado di aiutarla, con il fiato rotto per lo sforzo e vidi che verso la metà della via c’era una piccola porta che non avevo notato mentre correvo.

Percorsi di nuovo nervosamente la strada dall’inizio per vedere se ci fossero altre aperture e non ne trovai nessun’altra, “È possibile che l’abbiano portata qui?” Mi chiesi di fronte alla piccola porta che mi arrivava un po’ al di sopra del petto.

Misi le mani su quel vecchio cancello di legno, gonfio per l’umidità e spinsi per vedere se cedeva, perché non aveva né batacchio né chiavistello. Dopo diversi tentativi, cedette e si aprì facendo un fastidioso stridio, come le biciclette vecchie e piene di grasso quando non vengono usate per un po’ di tempo.

Mi fermai di fronte a quella cavità oscura decidendo se entrare o no, perché ero sicuro che fosse una proprietà privata a cui nessuno mi aveva invitato ad accedere, ed era improbabile che quella bambina fosse entrata lì perché in quel caso avrei dovuto sentire quel suono particolare, a meno che … la porta non fosse già aperta prima che la prendessero.

Infilai la testa per vedere cosa ci fosse dietro questa gonfia porticina di legno vecchio e tutto ciò che riuscii a vedere fu una profonda e immensa oscurità, accompagnata da un intenso odore di umidità, più tipico dei luoghi vicini al mare, nei quali l’umidità prevalente nell’ambiente impregna le pareti, corrodendole e formando salnitro che le scrosta e le sgretola.

Rimasi lì resistendo al forte odore, aspettando che i miei occhi si abituassero all’oscurità per cercare di individuare qualche oggetto all’interno, mentre provavo a ascoltare un qualsiasi rumore per quanto insignificante che fosse, ma tutto ciò fu vano, nessun suono echeggiò lì dentro, l’unica cosa che potevo sentire era la mia respirazione accelerata e non vidi nulla che non fosse l’oscurità assoluta, quindi dovetti concludere che quella porta conducesse a una stanza chiusa, fredda e umida.

Ma cosa poteva essere? Forse un vecchio negozio di alimentari o la portineria abbandonata di una casa.

Con grande attenzione e avvertendo della mia presenza nel caso ci fosse stato qualcuno all’interno di quel luogo sinistro, mi decisi a entrare.

Per evitare di scontrarmi con qualsiasi oggetto, lasciai la porta aperta, ma non aiutò molto perché quell’oscurità nera si trasformò solo in una fitta penombra dove la mia ombra si proiettava come una sagoma sinuosa e spettrale sulla parete di fondo.

Dopo essere quasi caduto perché all’ingresso c’erano tre gradini in discesa di cui non mi ero accorto, mi ripresi e cercai di non urtare nulla, camminando molto lentamente fino a quando non andai a sbattere contro un muro.

Non ci saranno stati nemmeno due metri di distanza dalla porta in fondo alla lugubre stanza e non sembrava esserci altro accesso, un vicolo cieco.

In nessun modo la ragazza sarebbe potuta entrare lì e anche lo avesse fatto non sarebbe stato volontariamente, ma dove poteva essere? Mi stavano finendo le idee, quindi continuai a esplorare quella piccola stanza, appigliandomi a qualsiasi cosa.

Con le mani continuavo a toccare ogni centimetro di quella stanza finché non trovai una fessura nella parete, era l’intelaiatura di un’altra porta, che toccai poco dopo.

Al tatto era ruvida e umida, molto simile a quella che avevo dovuto spingere per accedere a quella stanza cupa.

Feci scivolare la mano sul davanti cercando di sentire il pomello per aprirla, ma non riuscivo a trovarlo, trovai solo un buco all’altezza dell’ombelico, che immaginavo fosse il buco della serratura.

Spinsi con forza come avevo fatto con la porta di accesso, ma non si mosse. Dato che non cedeva, pensai che potesse aprirsi verso di me, quindi cercai di tirarla, mettendo le dita come potevo in quella piccola cavitГ  della serratura, ma tutti i miei sforzi furono vani perchГ© nemmeno in questa direzione cedeva.

Mi abbassai fino all’altezza dell’apertura nella porta, per vedere se almeno potessi vedere qualcosa attraverso e l’unica cosa che riuscii a vedere, in modo abbastanza parziale, fu un cortile quadrato, simile a un chiostro, circondato da colonne erette come sbarre di una prigione.

Queste sembravano custodire e proteggere i numerosi grandi dipinti appesi alle pareti adiacenti. Nulla che mi aiutasse a identificare il posto, perchГ© case signorili del genere, le avevo giГ  viste diverse volte durante la mattinata, ma non vedevo la ragazza o qualsiasi altra persona a cui chiedere aiuto per spostare quella porta pesante e dovetti rassegnarmi davanti al mio clamoroso fallimento. Sapendo che non avrei potuto fare nulla di piГ№ per quella bambina e che i miei compagni di classe, dopo aver terminato la loro visita alla chiesa dove li avevo lasciati, mi avrebbero cercato, tornai quindi nella piazza con la fontana al centro da dove mi ero allontanato.

Ero ancora preoccupato per la bambina che solo un momento prima di scomparire mi aveva regalato quel delicato fiore, ma allo stesso tempo non ero nemmeno sicuro che le fosse successo qualcosa.

Tornai dove erano e i miei colleghi mi stavano già aspettando, cercandomi nei dintorni. Dopo averli rassicurati e chiesto loro come fosse stata la loro visita, continuammo in un’altra nuova via e di fronte a noi emerse un vecchio monumento da scoprire.

Di nuovo rimasi fuori, ma questa volta mi rifugiai all’ombra di un balcone in modo che non mi arrivasse troppo sole.

Essendo lì, un po’ più calmo, ripreso dalle emozioni provate pochi minuti prima, mi sono ricordato di aver vissuto qualcosa di simile in precedenza, una situazione molto compromettente del mio passato, che pensavo fosse dimenticata, sbiadita nel corso degli anni, ma la ricordai nella mia mente come se la stessi rivivendo in quel preciso momento.

In quell’occasione sarei dovuto intervenire e non l’ho fatto per paura o codardia, non lo so bene, ma se fosse stato per me si sarebbe salvata.

Mi riferisco a mia sorella, a quando eravamo piccoli, io non avevo nemmeno sette anni e lei ne aveva circa cinque.

Era una giornata calda come oggi, nella piscina alla base, alla quale appartenevamo perchГ© nostro padre era un militare. Uscimmo entrambi a mezzogiorno, quando sapevamo che non ci sarebbe stato nessuno in giro, perchГ© gli adulti in quel momento stavano dormendo e noi ne approfittammo per fare il bagno.

I nostri genitori erano usciti per fare una di quelle visite a cui eravamo tanto abituati, a causa della costante attività sociale di nostra madre, a volte incompatibile con la vita rigida e strutturata di nostro padre, ma è così che lei aveva superato le sue assenze costanti, quando lo assegnavano a missioni diverse per mesi.

IniziГІ come una forma di intrattenimento e a poco a poco iniziГІ ad occuparle sempre piГ№ tempo, fino a diventare una parte importante della sua vita.

All’inizio era solo un modo per distrarsi, quindi iniziò ad andare una volta a settimana a un innocuo corso di pittura, poi due, poi … allestì una delle stanze come suo studio di lavoro e da lì a diventare professionista fu una questione di tempo e molta pratica, perché aveva l’essenziale, una grande abilità con il pennello e un buon occhio per i dettagli.

I suoi professori orgogliosi del suo lavoro furono quelli che la incoraggiarono a iniziare a fare mostre per il resto dello staff della base, ma a piccoli passi.

Successivamente, iniziГІ un tour delle diverse basi militari vicine, che la invitavano conoscendo il suo talento e la destrezza con i pennelli e poi trascorse la sua vita pubblica, per modo di dire, in diverse cittГ  che la invitavano a partecipare a mostre collettive o individuali per presentare i suoi progressi.

Inoltre, l’esercito la sosteneva, perché migliorava l’immagine del corpo militare tra i civili, dimostrando che la vita all’interno di una base non dovesse per forza essere noiosa e monotona e che le donne dell’esercito non dovevano rinunciare alle loro ambizioni e alla loro vita, potendosi realizzare proprio come tutte le altre.

In breve tempo, quella famiglia cambiò identità, passò dall’essere la famiglia di mio padre, conosciuto come il famoso capitano, decorato in vari contesti e rispettato da tutti coloro che avevano servito al suo comando, all’essere la famiglia di mia madre, nota all’intero paese, per essere la pioniera e in molti casi l’esempio dell’eccellenza delle donne all’interno e all’esterno dell’esercito, al punto che l’hanno persino invitata in uno di quei programmi in prima serata (con massimo pubblico).

Ciò che all’inizio era una gioia per tutti, perché vedevamo felice nostra madre, poi si rivelò in qualche modo problematico per la questione economica.

Mia madre iniziГІ ad avere la tanto attesa indipendenza economica, con le proprie entrate, che le permisero di acquistare una serie di oggetti e veicoli non di proprietГ  del personale militare o delle famiglie.

Mio padre, insisteva sul fatto che dovesse trattenersi, che ciò che guadagnava avrebbe potuto essere destinato a qualsiasi altra cosa, ma che non si sarebbe dovuta distinguere per i suoi sprechi all’interno della base, ma mia madre lo ignorava, stanca, a suo dire, di vivere come gli altri, potendo permettersi più comfort.

Inoltre, cominciГІ a fare continui viaggi, di diversi giorni, in musei e mostre, o per presentare le sue opere, si stava persino preparando a partecipare alla creazione di una fondazione per giovani artisti, per la quale trascorse diversi mesi visitando diverse istituzioni finanziarie, affinchГ© appoggiassero con borse di studio coloro che erano entrati nella fondazione.

Tutto ciГІ significava che in diverse occasioni ci ritrovavamo soli a casa, accuditi dalla madre di un amico, ma non era lo stesso che avere la propria famiglia.

Nessuno sembrava disposto a lasciare parte della sua vita per dedicarci piГ№ tempo, quindi dovetti essere responsabile per mia sorella, che accompagnavo avanti e indietro alla scuola della base.

Anche se, naturalmente, quel compito non era troppo complesso, dato che avevamo il trasporto da casa a scuola con l’autobus della base, tuttavia quel pomeriggio la madre del mio amico non era ancora arrivata, non so perché, dato non avesse chiamato o altro.

Tornammo da scuola e mangiammo da soli e dopodichГ© approfittando della giornata di caldo torrido decidemmo di andare in piscina.

Questa era situata vicino a dove vivevamo, quindi si trattava solo di attraversare il cortile dopo un paio di case ed eccola lì.

Quando arrivammo di fronte, non sapevo cosa fare poiché di solito c’erano un soccorritore e alcuni bagnini ai lati, nel caso in cui fosse successo qualcosa, ma in quel momento era tutto deserto.

Forse perchГ© non era ancora il momento o perchГ© la piscina non era aperta, ma noi volevamo inaugurare la stagione, approfittandone per farci il primo bagno.

Allora mancavano, tuttavia, ancora alcuni giorni alla sua inaugurazione ufficiale, ma dopo, sarebbe stata sempre piena soprattutto di quei ragazzoni che sembravano volerla tutta per loro.

Stavo ancora guardando dappertutto, cercando di indovinare dove fosse la parte bassa dove eravamo entrati l’anno scorso, quando mia sorella si tuffò improvvisamente a bomba, come mi aveva visto fare tante volte, dopo però, non ritornò in superficie.

Fissai il fondo della piscina che tornò alla sua statica calma, riducendosi fino a quando non vi fu nemmeno un’onda di tutte quelle alterazioni che aveva causato l’ingresso di mia sorella, ma lei continuava a non risalire dal fondo.

Infilai la testa e feci qualcosa che mia madre mi aveva proibito, ossia, aprire gli occhi sott’acqua, dato che volevo vedere se riuscivo a trovarla, visto che non emergeva. Fino a quando, finalmente, qualcuno dietro di me, saltò tornando a muovere quell’immenso specchio d’acqua, scostandola passo dopo passo e prendendo mia sorella tra le braccia.

Emergendo dalle acque, me la porse per prenderla mentre lui usciva. Era un soldato, dedussi dai dai suoi vestiti, piuttosto giovane, ma bagnato dalla testa ai piedi.

Non aveva avuto il tempo di togliersi i vestiti prima di gettarsi in acqua, persino le scarpe stavano gocciolando.

Mia sorella giaceva inerte tra le mie braccia, il suo viso pallido e senza fiato, tutta bagnata. Non facevo altro che guardarla senza sapere cosa fare o cosa dire, aspettando che reagisse e si alzasse, desiderando che mi stesse solo facendo uno scherzo senza senso, ma non reagiva.

Capivo a malapena quello che stava succedendo, ma ero sicuro che non ci fosse nulla di buono. Chiamavo mia sorella ancora e ancora, ma sembrava addormentata e non mi rispondeva. Fu tutto ciГІ che potei fare prima che il giovane che si era gettato nella piscina me la strappasse dalle mani, appoggiandola lentamente sul prato accanto e iniziasse a premere sul petto dicendo:




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